La Neurochirurgia in numeri (anno 2024) :
- 18 posti letto
- 11 neurochirurghi
- 650 interventi /anno
- 2000 visite ambulatoriali
- 1800 visite in PS
- 20 giorni d'attesa per visita ambulatoriale (se non urgente)
- 45 giorni d'attesa per intervento elezione
- 10 giorni per interventi per tumore
- 45% patologia degenerativa del rachide
- 20% tumori : metastasi, gliomi, meningiomi, adenomi, neurinomi, spinali
- 18% traumi
- 12% patologia vascolare
- 5% patologia malformativa
- 8 giorni di degenza media
- 22% dimessi in strutture post-acuzie
La neurochirurgia è una disciplina che affronta disturbi che coinvolgono profondamente la vita delle persone e richiede quindi una valutazione e un'interpretazione corretta dei disturbi stessi e una decisione terapeutica appropriata, affidata a mani esperte.
Il successo del trattamento rimane strettamente legato alla corretta indicazione chirurgica. Questa scelta tiene presente come obiettivo primario il paziente con i suoi sintomi, le aspettative, l'ambiente familiare, oltre alle caratteristiche della patologia per come è interpretabile dagli esami strumentali.
Ciò significa che la capacità di migliorare le condizioni del paziente, nel singolo caso, a prescindere da rigidi protocolli terapeutici, è la caratteristica principale della nostra missione. Questo principio ispiratore costituisce la base del consenso informato discusso in extenso con il paziente.
Per raggiungere questo obiettivo, la nostra attenzione è rivolta primariamente alla tecnica chirurgica e al suo continuo miglioramento.
Una nostra prerogativa è di poter esaudire le richieste su tutte le patologie neurochirurgiche dell'adulto, del cervello, del midollo e della colonna e del sistema nervoso periferico. In dettaglio :
Quali disturbi:Cranio : cefalea, algie facciali, nevralgia del trigemino, epilessia secondaria, disturbi della sensibilità, disturbi del movimento, disturbi del linguaggio, disturbi della vista e del campo visivo, disturbi cognitivi (rallentamento, riduzione della memoria e dell'attenzione) a carattere progressivo.
Colonna : lombalgia, lombosciatalgia, cervicalgia, cervicobrachialgia, claudicatio (limitata autonomia del cammino) su base neurologica, disturbi della deambulazione.
Periferico: parestesie o deficit segmentali agli arti superiori o inferiori
Quali condizioni patologiche:Cranio : gliomi, meningiomi, neurinomi dell'acustico, metastasi, adenomi dell'ipofisi, craniofaringiomi, idrocefalo, tumori dei ventricoli, angiomi cavernosi, aneurismi cerebrali, nevralgia del trigemino, ematomi subdurali cronici, malformazione di Chiari, tumori dell'orbita.
Colonna : ernie del disco, stenosi del canale lombare e cervicale, spondilolistesi, degenerazioni discali, tumori midollari ed extramidollari, siringomielia, esiti di traumi, crolli vertebrali su base osteoporotica.
Periferico: traumi dei nervi degli arti, "intrappolamenti", tumori
Quali techiche :Cranio : Microchirurgia, chirurgia transfenoidale endoscopica, approccio pterionale, craniotomia fronto-orbitaria, craniotomia orbito-zigomatica, chirurgia con il paziente sveglio (awake surgery), chirurgia con vari monitoraggi (motorio, linguaggio e funzioni analoghe, nervi cranici e periferici), chirurgia guidata dalle immagini (navigatore e fluorescenza), chirurgia della base cranica, chirurgia dell'orbita.
Colonna : microchirurgia, decompressione e ricalibrazione del canale vertebrale per via anteriore e posteriore, stabilizzazione della colonna, artrodesi con PLIF, TLIF e XLIF, infiltrazioni, endoscopia spinale.
Periferico: "liberazione" e mobilizzazione dei nervi, ripristino integrità anatomica.
SODDISFAZIONE La soddisfazione del paziente è un nostro obiettivo, di primaria importanza. Sapere la loro esperienza aiuta a migliorare il servizio. I pazienti ci parlano spesso di quanto sia stato utile leggere i commenti di chi ha passato la stessa esperienza al momento di scegliere dove farsi curare e sapere cosa aspettarsi. Noi abbiamo messo il nostro impegno per offrire un buon servizio e ci piacerebbe che le loro impressioni fossero portate a
conoscenza anche di altre persone tramite l'URP (Ufficio Relazione con il Pubblico) e-mail urp@hsangiovanni.roma.it o numero verde 800 213391 o tramite social, forum o siti che si occupano di salute.
COME SIAMO ARRIVATI QUI... STORIA DELLA NEUROCHIRURGIA DEL SAN GIOVANNI
I responsabili della Neurochirurgia del San Giovanni 1962 - 1975 Felice Visalli
1976 - 1990 Michele Interligi
1990 - 2010 Stefano Esposito
2010 - 2011 Alessandro Canova
2011 - 2015 Claudio Fiore
2015 - 2016 Umberto Agrillo
2016 - 2018 Giorgio Callovini
Le origini
1962-1975 Felice Visalli
Felice Visalli, pioniere della neurochirurgia in Italia, nasce a Monforte San Giorgio (Messina). Dopo la laurea, conseguita il 10 luglio 1932, prestò il servizio militare prima a Firenze e poi a Ferrara, dove nelle ore libere ebbe modo di frequentare l'Ospedale Psichiatrico, il cui direttore gli inculcò l'amore per una nuova disciplina, la neurochirurgia, allora praticata solo in alcune città straniere. Decise allora di spostarsi a Parigi dove frequentò l'Hopital de la Pitié a tempo pieno con la qualifica di assistant etranger, e poi decise di continuare la sua preparazione a Stoccolma dove lavorò per sei mesi presso la Clinica neurochirurgica con il grande chirurgo Axel Herbert Olivecrona. Poiché si erano affermate negli Stati Uniti scuole di neurochirurgia dove veniva praticata la "specializzazione nell'ambito della specializzazione", egli volle farne esperienza frequentando parecchi centri (New York, Baltimora, Chicago, Rochester, Ann-Arbor e Boston, con il prof. Harvey Williams Cushing). Dopo otto mesi di permanenza negli Stati Uniti, Visalli tornò in Italia e, per incarico del Direttore della Clinica Neurologica di Genova, istituì il primo servizio di neurochirurgia riconosciuto ufficialmente in Italia. Numerose difficoltà organizzative e contrasti insanabili all'interno della Clinica Neurologica lo portarono a presentare le dimissioni. Si recò allora a Bologna dove fu bene accolto dal Direttore della Clinica Chirurgica, il grande Raffaele Paolucci, che eseguì qualche mese dopo alla Clinica Chirurgica di Roma. Presso quelle strutture Visalli operò con entusiasmo perché, a differenza di Genova, si sentì compreso e sorretto. Nel maggio 1940, dopo tre anni di intensa attività in qualità di assistente volontario, fu dichiarato vincitore di un concorso nazionale per assistente universitario. Nel 1940 andò in guerra in Ospedale in Albania, e nel maggio 1941 terminata la guerra in Albania, rientrò in Italia e fu destinato al reparto di chirurgia dell'ospedale militare del Celio, dove giungevano numerosi feriti provenienti da varie zone di guerra.
Dopo la fine del conflitto dal 1945 al 1955 fu impegnato nella ricerca scientifica oltre che in numerosi interventi chirurgici. Visalli negli anni 1945-55 fu incaricato dal Direttore della Clinica Neurologica dell'Università di Roma di organizzare un servizio di neurochirurgia e di operare tutti coloro che venivano ricoverati nell'Istituto che presentavano affezioni neurochirurgiche. Ben presto Visalli si rese conto della difficoltà di operare nel nuovo ruolo e ritornò alla Clinica Chirurgica dell'Università di Roma riprendendo la precedente attività. Nelrn1948 fu uno dei nove fondatori della Società Italiana di Neurochirurgia.
Nella primavera del 1958 venne bandito a Milano il primo concorso a cattedra di Neurochirurgia, con 25 anni di ritardo rispetto a Parigi e Stoccolma. Visalli si rese conto che la scelta del vincitore era stata decisa prima che venisse effettuato il concorso e che, per ottenere il risultato voluto, era stata nominata una commissione ad hoc.
Nel 1962 Visalli vinse agevolmente un concorso di Traumatologia cranica indetto dagli Ospedali Riuniti di Roma e ben presto poté istituire tale servizio presso l' Ospedale San Giovanni, partendo da zero come aveva in precedenza fatto presso l'Ospedale San Martino di Genova nel 1937, presso la Clinica Chirurgica di Roma nel 1938, a Berat in Albania nel 1940 e presso la Clinica Neurologica di Roma nel 1945. Il suo lavoro presso il San Giovanni durò 13 anni durante i quali curò dodicimila traumatizzati cranici vittime soprattutto di incidenti stradali, diede vita alla rivista "Quaderni di traumatologia cranio-encefalica", la prima del genere in Italia e all'estero, e pubblicò un libro dal titolo La neurotraumatologia d'oggi - Esperienze e riflessioni su 8000 traumatizzati cranici.
Scomparve a Roma il 28 agosto 1989
Il reparto "craniolesi"
1976-1990 Michele Interligi
Nel 1976 il Prof. Michele Interligi aiuto del Prof. Visalli diventa Primario della Divisione di Traumatologia Cranica dell'Ospedale San Giovanni in Laterano del Pio Istituto di S. Spirito. Il reparto di Traumatologia Cranica era posto all'ultimo piano del corpo centrale ove attualmente è presente l'Istologia ed Anatomia Patologica composto da 27 posti letto di cui 8 di terapia sub-intensiva, 6 di traumatologia cranica pediatrica (responsabile il Prof. Milza), una sezione di Elettroencefalografia Clinica (responsabile il Dott. Salvatore). Era presente una guardia neurochirurgica di 24 ore composta da un Aiuto e un Assistente: la guardia attiva era svolta prevalentemente dall'Assistente che in caso di bisogno consultava l'Aiuto. Esisteva una unica camera operatoria dedicata alla Traumatologia Cranica sia per l'elezione che per l'urgenza chirurgica, in caso di estrema necessità veniva usata la camera operatoria di Chirurgia Generale posta sullo stesso piano.
Il reparto era il centro di riferimento per i Traumi Cranici di tutto il centro Italia, giungevano pazienti da tutto il Lazio, Abruzzo e Molise.
Fino all'arrivo della prima TAC la diagnosi delle lesioni intracraniche occupanti spazio veniva effettuata mediante l'esecuzione dell'angiografia cerebrale in Radiologia Centrale, con l'angiografo di Scolander, eseguita dal neurochirurgo per "puntura diretta al collo dell'arteria carotide interna" con successiva immissione del contrasto iodato, andando poi ad interpretare in base alla forma delle zone avascolari la patologia emorragica in atto. Nei pazienti in coma profondo e con grave insufficienza respiratoria il neurochirurgo stesso eseguiva la tracheotomia.
In Italia il primo TAC EMI viene installato a Bologna nel 1974 presso l'Ospedale Bellaria a cura del Prof. Giovanni Ruggiero che l'anno seguente sarà eletto presidente della ESNR – European Society of Neuroradiology.
All' inizio degli anni '80 l'Ospedale San Giovanni acquista un apparecchio TAC e viene dismessa la sezione angiografica.
Nascita della Neurochirurgia moderna
1990 - 2010
Nel 1991 con una delibera della Regione Lazio la "Traumatologia Cranica" venne trasformata in una Unità Operativa di Neurochirurgia ed affidata nel mese di Giugno 1991 al Prof Stefano Esposito (in seguito a concorso divenne di ruolo) Aiuto del Prof. Patricolo Primario della Neurochirurgia presso il padiglione Lancisi dell'Osp. San Camillo di Roma.
In quell'anno arriva il primo Microscopio Operatorio : a tutti gli effetti il Prof. Esposito è il fondatore della Neurochirurgia dell'Ospedale San Giovanni.
Nel 1993 l'ospedale San Giovanni diventa Azienda Ospedaliera, per cui ha bisogno di avere almeno due UOC di alta specialità: vengono istituite la Neurochirurgia e la Chirurgia Vascolare. Inizia una nuova era oltre ai traumi cranici vengono trattate le patologia vascolari aneurismatiche e non, le lesioni occupanti spazio emisferiche, della f.c.p. e del basicranio, e si crea anche un cambio della guardia nel personale medico che non ha i mezzi per adattarsi ai nuovi standard. Presto si creano degli indirizzi nuovi: al Dr. Claudio Fiore viene affidata la patologia della colonna che tratta oltre alla patologia degenerativa anche quella traumatica, tumorale e vascolare arrivando a metà degli anni 2000 a sviluppare accessi trans-toracici e trans-addominali fino agli accessi percutanei mini-invasivi e alla chirurgia spinale strumentata. Nel 1995 si inizia ad affrontare il discorso chirurgia degli aneurismi versus embolizzazione.
Il dr. Alessandro Canova si occupa della patologia pediatrica. Nei primi anni 2000 viene aperto il reparto di Neurologia, la Sezione di Neuroradiologia Interventistica, ed insieme alla Chirurgia Maxillo-Facciale e la Neurochirurgia viene istituito il Dipartimento di Scienze Neurologiche con Direttore del Dipartimento il Prof. Stefano Esposito. Successivamente il Direttore del Dipartimento affida una UOS di Neurochirurgia Spinale al Dr. Claudio Fiore (2003) e una UOSD di Neurotraumatologia al Dr. Alessandro Canova (2007). Il completamento del Dipartimento secondo le nuove concezioni che vedono la Neurochirurgia al centro di un'area multidisciplinare si compie con la NICU (Neuro-Intensive Cure Unit) che si adatta all'interno del reparto con 8 posti letto dedicati gestiti da Rianimatori e Neurochirurghi (2005- 2015). Sempre nel 2000 la Neurochirurgia trova collocazione al primo piano di fronte alla Neurologia e nel 2007 viene aperto in nuovo blocco operatorio visibile sulla facciata d'ingresso dell'Ospedale, su più piani, e la Neurochirurgia trova spazio al terzo piano.
Negli anni 2000 la Neurochirurgia eseguiva 1200-1300 interventi.
Con il pensionamento del dr. Esposito il Dipartimento passa sotto la direzione del dr. Brogi, Direttore della Neurologia, fino al 2012. Da allora, senza direzione di ruolo delle UO di area neurologica, cessa anche l'esistenza del Dipartimento.
Crisi economica e piano di rientro
2010 - 2018
Nel 2010 il dr. Alessandro Canova, già responsabile del reparto di Neurotraumatologia, succede al dr. Esposito nella direzione con incarico a tempo determinato, in attesa di concorso. Durante il suo servizio egli continua a privilegiare la chirurgia vascolare con la proficua collaborazione del neuroradiologo interventista, così come la chirurgia della base cranica, introduce la neuronavigazione di routine e arricchisce "l'armamento chirurgico del reparto" con l'utilizzo del neuro endoscopio.
Verso la fine del 2011 deve lasciare il San Giovanni per raggiunti limiti di anzianità di servizio e subentra il dr. Claudio Fiore, che resterà anche lui con l'incarico di direttore "facente funzione" fino al trasferimento dall'Ospedale Pertini del direttore di ruolo dr. Umberto Agrillo, esperto di chirurgia vertebrale, per chiusura del suo reparto (2015).
Andato in quiescenza quest'ultimo, la responsabilità del reparto passerà nelle mani del dr. Giorgio Callovini, a sua volta proveniente da un altro Ospedale (Santo Spirito) per gli stessi motivi, esperto nella chirurgia stereotassica (2016-2018).
Questo periodo è contraddistinto dalla crisi economica, dalla chiusura di altri Reparti di Neurochirurgia a Roma ma anche dall'arrivo di valenti medici da altri Ospedali.